Per I Contadini, Lo Stato è Più Lontano Del Cielo, E Più Maligno, Perché Sta Sempre Dall'altra Parte.

Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.

Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli

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3 years ago

Quando non si è soddisfatti di sé stessi ci si fa psicologi; quando non si è soddisfatti della propria società ci si fa sociologi; quando non si è soddisfatti di sé stessi e della propria società, ci si fa antropologi

Margaret Mead

4 years ago

23:59 12/07/21

Buonasera!

Grazie per la risposta. La attendevo ansiosamente ed è stato molto interessante leggerla. L'ho letta più volte per assicurarmi di aver colto al meglio il contenuto, spero di esserci riuscito anche se ammetto di non sentirmi alla tua altezza su queste tematiche perché è innegabile e palpabile il fatto che hai studiato molto, sull'argomento ne sai di gran lunga più di me. Devi sapere che io non ho svolto nessuno studio in materia. Ho solo una piccolissima infarinatura sulla psicologia perché ho letto un paio di libricini, non particolarmente impegnativi. Abbi pazienza nei miei confronti, te ne prego, sono solo una persona curiosa e che sta nutrendo puro interesse per questi temi, accoglimi come se fossi un tuo allievo.

Mi hai chiesto cosa ne penso a riguardo le logiche duali. Beh io credo che sia del tutto umano purtroppo, io stesso sento di avere queste tendenze. Parlo di tendenze ma credo che una mente educata ed istruita secondo una sana etica morale può tranquillamente contrastare senza sfociare in atteggiamenti barbari e ignoranti. Una cosa che non condivido a pieno (sicuramente per ignoranza, vorrai perdonarmi) è associarla esclusivamente alla cultura occidentale. Dal mio punto di vista questa logica è adottata da tutte le culture, africane, orientali e native americane, per lo meno da quel che mi pare di vedere, penso che nella storia più recente sicuramente quella occidentale ha prevalso in maniera selvaggia e senza scrupoli sulle altre. Ma comunque sia vorrei capirci meglio sull'argomento, se avresti qualche testo da consigliarmi (ovviamente non particolarmente impegnativo perché sono ignorante) lo accetto volentieri.

Volevo ringraziare inoltre l'utente Nusta che ha scritto cose davvero molto interessanti! Ho letto molto volentieri anche le sue considerazioni ed ho apprezzato tantissimo il fatto che abbia citato il contenuto di un libro. Se mi leggi, mi piacerebbe sapere anche la tua in merito su queste tematiche, sempre se ti va e se ti interessa (e sempre se posterai questo "ask").

Concludo augurandomi di essermi esposto bene e con la speranza di non averti annoiato o innervosito. Attendo con ansia una tua risposta!

Lettore anonimo SB.

Ciao Lettore anonimo SB,

Non annoi. Per me è sempre interessante discutere e ragionare con le persone. Inoltre, come ti avevo detto nella risposta di prima, non considerarmi chissà che. Non lo dico per fare la finta umile, odio le ipocrisie. Sono più per vederla in un rapporto alla pari, per scambiarci reciprocamente informazioni e punti di vista.

L’associavo all’Occidente, perché a me non piace parlare attraverso generalizzazioni. Ti citavo l’Occidente perché molti autori, che ho incontrato nel mio percorso accademico, mi hanno fatto arrivare a queste conclusioni. Penso alla mia tesi di laurea triennale, su un frate francescano spagnolo vissuto nel primo trentennio del 1500. Questo frate doveva diffondere in Messico i precetti religiosi cristiani. Giustamente gli indigeni locali non conoscevano lo spagnolo, e così usò le immagini sacre (madonne, cristi, scene della Bibbia) per facilitare l’indottrinamento religioso. Capisci bene la violenza a cui sono stati posti? E l’asimmetria di questo rapporto. Ovvio che non voglio santificare o guardare con pietismo i non-occidentali, ma se guardo a come si sono consumati i rapporti tra le due parti… sicuramente una parte prevale sull’altra.

E poi, non tutte le culture hanno le nostre stesse idee, concetti, modi di fare... possibilmente siamo “noi Occidentali” a introdurre nuovi elementi. Ripenso, ad esempio, allo studio dell’antropologo Maurice Leenhardt, che tra i Kayapo in Brasile, mostrava che non esisteva nella lingua locale il concetto di corpo:

«il corpo non è oggettivato in un dispositivo concettuale: nella loro lingua, manca un termine specifico per definire il “corpo” individuale che viene indicato come la “carne di qualcuno" (Pizza G., 2005, Antropologia medica. Saperi, pratiche e politiche del corpo)».

Non so se anche gli extra-occidentali la vedono così, adottano le stesse logiche.

Ad aggiornarci, ciau!

2 years ago
Dove è Casa?
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dove è radice?

perchè dover stare in movimento?


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3 years ago

| Disordine funzionale |

In preda ad un attacco di nostalgia riprendo in mano un vecchio manuale di Antropologia culturale, nel quale Ugo Fabietti scrive:

« [l’antropologia] studia [..] le idee e i comportamenti che sono caratteristici degli esseri umani che vivono in società fra loro lontane nello spazio e diverse per tradizioni, costumi e stili di vita»

Da qui hanno origine i miei svalvo(la-menti).

Dal punto di vista teorico, l’antropologia considera gli atti umani come un’espressione culturale. Lo scambio mondo-soggetto è disciplinato a livello locale: l’essere umano è un artificio culturale. Questa interpretazione è peró incompleta perché non si riconosce al singolo soggetto un’agentività, dato che è essenzialmente in balia del proprio contesto culturale. Alcuni antropologi contemporanei (es. Thomas J. Csordas), danno all'essere umano un ruolo attivo. Lo scambio mondo-soggetto non è vissuto passivamente, in quanto le singole esistenze vivono il mondo attraverso il loro corpo.

Allo stato attuale delle cose, però, rimane ancora da riflettere significativamente sui concetti di “autenticità” e “spontaneità” che caratterizzano la realtà quotidiana. Se ogni cosa esistente è una rielaborazione intenzionale: che cosa sta alla base del concetto di naturalezza? O invece si dovrebbero ri-pensare radicalmente questi concetti?

Da studiosa di antropologia e da essere umano non posso che vivere un profondo senso di disagio esistenziale, ma d'altronde - da bimba di 🧡Geertz 🧡- penso alla mission dell’antropologo:

«Con non poco successo abbiamo cercato di scuotere il mondo, tirando da sotto i piedi i tappeti, rovesciando tavolini da té, facendo esplodere petardi. Compito di altri è stato di rassicurare, il nostro quello di destabilizzare. Fra australopitechi, bricconi, consonanti avulsive, megaliti noi siamo insomma venditori ambulanti di anomalie, spacciatori di stranezze, mercanti di stupore».

Bibliografia

Csordas T. J. C., 2003, Incorporazione e fenomenologia. culturale

Fabietti U., Antropologia.


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4 years ago

15.05.2021

Intellettuale engagé: «in Italia il termine è stato usato soprattutto con riferimento a letterati e artisti, o alla letteratura e all’arte, che partecipano attivamente, ideologicamente schierati, alla discussione dei problemi sociali e politici (Treccani)».


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4 years ago

Illuminato dalle parole del tuo blog ti propongo una riflessione:

Qual è la natura e quali sono le origini dello Scetticismo?

Mh, interessante e ti ringrazio per questa domanda.

Secondo me la spiegazione è da ricercare a due livelli: uno culturale e uno esperienziale. Mi spiego meglio. Da un lato lo scetticismo potrebbe essere una condizione "creata" dal tuo contesto culturale, ovvero: si tratta di un costrutto culturale e sociale. Dall'altro lato invece potrebbe essere un atteggiamento che si ricava attraverso le esperienze della vita quotidiana.

Non so se trovi coerenza nella mia risposta. Forse potrei essere andata totalmente fuori tema, ma ho seguito l'istinto dato che era una domanda abbastanza generale ahah.

4 years ago

30.04.2021

Ricorda che: la falla del sistema risiede nell’occhio, nella maniera in cui osserva e, poi, ricostruisce la realtà.

3 years ago

L’animo non dovrebbe affaticarsi a cercarsi nell’altrove. Dovrebbe semplicimente fermarsi, per realizzare che il suo "sé" risiede nella realtà più vicina, prossima.

4 years ago
Antonio Gramsci, 1932, Quaderno (XII)

Antonio Gramsci, 1932, Quaderno (XII)


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3 years ago

New word of the day “progressive rock”.

(anche se sinceramente in italiano suona meglio “rock progressivo”).

  • docwsb
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|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|

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