|| Lagne E Vicissitudini Umane ||

|| lagne e vicissitudini umane ||

Certe volte vorrei astenermi dal conoscere “cose di antropologia”, perché cado nell’errore di usare la mia formazione professionale per risolvere questioni che, forse, richiederebbero altri approcci e disposizioni. In queste volte vorrei sradicare e disintegrare le metodologie e gli apparati concettuali che sostanziano il pensiero perché possono trasformarsi in una minorazione e ostacolare il processo conoscitivo.

Mi chiedo a questo punto se non sia arrivato il tempo di riflettere sistematicamente sui limiti del mestiere dell’umanista.

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3 years ago

giustificazioni\farneticazioni\spiegazioni.

Vivere ed essere un (bravo) cittadino in un pueblo trinacriese:

- Da ripetere sempre a se stessi: " É colpa dello stato". / "Ma quale Stato? "/ " ...lo stato!";

- Né a X né a Y né a Z sarà mai mostrata fedeltà;

- Osserva individuo 1, individuo 2, invididuo 3, casualmente sono gentili e premurosi, ma lasciano strani santini autorappresentativi. "Ma che vorranno dire, ah?";

- Guarda un po', sta 'sdilluviando', c'è la tempesta!? Destino è;

- Favori e agevolazioni, certo, ma con le penne degli altri;

- "Civiltá, annegamento dei valori e dei principi", "E che vuoi da me, ah?";

- Il colore da preferire è il bianco, un po' come il nero sta bene su tutto;

- "Immobilitismo, astensionismo, qualunquismo. Figli dello stesso padre sono, padre bastardo, lo so"... "Ma tanto che posso fare?". "Io mani legate ho";

- "Come dicevano 'l'antichi' "? / "Mors tua vita mea";

- "Io rido a pensare queste cose, ma piango".

Esercizio per casa, leggi il passo precedente come se fosse un monologo recitato da "il Dottore" di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.

3 years ago

Guarderai il festival di Sanremo quest'anno?

Ciao Anonimo, no.

(secondo te ne vale la pena?)

3 years ago
Pietro: Non Essere Scema. Eri Sola, è Vero, Senza Soldi, Senza Lavoro, E Ti Disperavi, Ma A Me Non Facevi
Pietro: Non Essere Scema. Eri Sola, è Vero, Senza Soldi, Senza Lavoro, E Ti Disperavi, Ma A Me Non Facevi

Pietro: Non essere scema. Eri sola, è vero, senza soldi, senza lavoro, e ti disperavi, ma a me non facevi pietà. Io non ho mai sentito, guardandoti, nessuna pietà. Ho sempre sentito, guardandoti, una grande allegria. E non ti ho sposato perché mi facevi pietà. Del resto, se uno dovesse sposare tutte le donne che gli fanno pietà, starebbe fresco. Metterebbe su un harem.

Giuliana: Già. Questo è vero. E perché mi hai sposato, se non mi hai sposato per pietà?

Pietro: Ti ho sposato per allegria. Non lo sai, che ti ho sposato per allegria? Ma sì. Lo sai benissimo.

Giuliana: Mi hai sposato perché ti divertivi con me, e invece ti annoiavi con tua madre, tua sorella, e la zia Filippa?

Pietro: Mi annoiavo a morte.

Giuliana: Lo credo, povero Pietro!

Pietro: Adesso sei tu che hai pietà di me?

Giuliana: Però non è che dovevi stare sempre con loro? Andavi in giro, viaggiavi, avevi ragazze?

Pietro: Certo. Viaggiavo, andavo in giro, e avevo ragazze.

Giuliana: Ragazze noiose.

Pietro: Ragazze.

Giuliana: E io? Io perché ti ho sposato?

Pietro: Per i soldi?

Giuliana: Anche per i soldi.

Pietro: Credo che uno si sposa sempre per una ragione sola [...] ed è quella che importa.

Giuliana: Allora io non l’ho ancora ben capita questa ragione, per me.

Pietro: Non mi hai detto: Sposami, sennò chi mi sposa?

Giuliana: Sì, e be’?

Pietro: Be’, non era questa la ragione? Che volevi avere un marito? Comunque fosse? Chiunque?

Giuliana: Chiunque. Sì.

(Ti ho sposato per allegria, 1967)


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3 years ago

Qualche giorno fa ho visto La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, film cult di inizio anni ’70. Oltre che a rappresentare la vita di un operaio, Lulù Massa, credo che questo film metta bene in evidenza le contraddizioni del pensiero politico che possa essere di destra o di sinistra. È infatti un film polemica che descrive i fatti sociali e culturali di quegli anni (es. la vita in fabbrica, il ruolo dei sindacati, l'edonismo consumista) astenendosi da moralismi o ipocrisie.

Mi hanno colpito alcune scene.

[Segue sotto]

Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.
Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.
Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.

Militina: Su questo pianeta pieno di ospedali, di manicomi, di ospedali, di fabbriche, di caserme, di autobus. Il cervello se ne scappa. Sciopera. Sciopera. Sciopera.

Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.

Lidia: Te senza i padroni cosa saresti? Un morto di fame saresti. E ci avresti pure un avvenire sicuro.

[Lulù, operaio protagonista di questo film, è stato appena licenziato e va in università dagli studenti di sinistra. Questi poco prima avevano fomentato gli operai affinché quest’ultimi riconoscessero lo sfruttamento da parte dei “padroni”. Segue questo dialogo].

Lulù: Ehi sono io Lulù. Lo sai che ho perso il posto?

Studente di sinistra: Eh lo so. Lo so.

Lulù: Stai qui a dormire. Ma stamattina potevi venir lì.

Studente di sinistra: Non possiamo star lì.

Lulù: Ma almeno tu.

Studente di sinistra: Faccio quello che posso. Siamo ancora in pochi. Ieri eravamo nelle officine. Oggi nelle scuole. Noi cerchiamo con il nostro lavoro di far esplodere le contraddizioni. Per cambiare questo sistema di vita.

Lulù: Ma mi avete cambiato a me. Mi avete fatto perdere il posto.

Studente di sinistra: È che fino a quando obbedisci al padrone nessuno ti tocca. Poi ad un certo punto prendi coscienza e sei fottuto. Ma questo lo dovevi sapere, no Lulù? Non è una novità.

Lulù: Mica scemo! Lo so anch’io come stanno le cose. Andiamo venite, con questi studenti davanti alla fabbrica.

Studente di sinistra: Siamo divisi. Siamo pochi.

Lulù: Pochi? Io devo mangiare! Capito?

Studente di sinistra: Il tuo è un caso individuale. Personale. Non è questo quello che ci interessa. Noi vogliamo un discorso di classe. Vuoi un discorso personale? Vuoi?

Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.
Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.

Lulù: Cosa me ne frega a me del discorso personale?

Studente di sinistra: Toh! Guardami in faccia! Ho 30 anni. Guarda come sono ridotto! Sono fuori corso.

Lulù: Non gridare.

Studente di sinistra: Ho fatto tre esami.

Lulù: E io ho fatto intossicazione da vernici.

Studente di sinistra: E io c’ho la piorrea. Va bene?

Lulù: Cosa devo fare adesso?

Studente di sinistra : A me che mi frega di che devi fare. Quello che ti pare. Ci sono mille modi di vivere. Prova a cambiare. A non vivere come sei stato abituato. Resta qui con noi. Oramai sei disoccupato. Puoi fare quello che vuoi.

Lulù: Guarda. Non far lo spiritoso. Già ho preso io delle decisioni. Cosa devo fare da me. Arrivederci. Tante Belle cose.

Studente di sinistra 2: Massa ma perché non resti qui?

Lulù: Te sei studente.

Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.

Studente di sinistra 2: Sì. È vero sono studente.

Lulù: Te sei studente...

Studente di sinistra 2: È logico. Io lavoro e mi pago gli studi.

Qualche Giorno Fa Ho Visto La Classe Operaia Va In Paradiso Di Elio Petri, Film Cult Di Inizio Anni ’70.

Lulù: Fai largo va. Fai andar via la gente. Studenti?! Vai a studiare. Va’. Buon studio. Arrivederci.

3 years ago

«Il mondo non è un'unica fratellanza sentimentale in cui, sotto la superficie, in realtà siamo tutti uguali. Gli individui hanno prospettive diverse, formate da interessi, storie, esperienze particolari. Se questo è vero degli individui, sarebbe strano se qualcosa del genere non valesse anche per le nazioni».

Ian Buruma


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3 years ago
Jennifer Cavalleri: Senti Prepi L’ho Capito Che Un Po’ Di Cervello Ce L’hai.
Jennifer Cavalleri: Senti Prepi L’ho Capito Che Un Po’ Di Cervello Ce L’hai.

Jennifer Cavalleri: Senti Prepi l’ho capito che un po’ di cervello ce l’hai.

Oliver Barrett IV: Sul serio?

Jennifer Cavalleri: Certo. Hai preso una cotta per me, no?

Jennifer Cavalleri: Senti Prepi L’ho Capito Che Un Po’ Di Cervello Ce L’hai.
Jennifer Cavalleri: Senti Prepi L’ho Capito Che Un Po’ Di Cervello Ce L’hai.

Oliver: E’ incredibile.

Jennifer: Ah?

Oliver: Sto studiando. Sto studiando sul serio.

Jennifer: Shh. Anche io.

Oliver: Scusi. Scusa.

~ Ali MacGraw e Ryan O' Neal in Love story (1970)


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3 years ago

Panico delle 10:49 come si “traduce” un dato etnografico?

In Università, i/le prof. sono così competenti a esporre le teorie di X, Y, Z, ma nessuno che spiega come si costruisce o si interpreta un resoconto o una visione di mondo. AAA.

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4 years ago
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan

Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan

Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan

Tu puoi essere marchesista anarchico situazionista Mao Lin Biao. Tu puoi leggere il libretto rosso, ma tu puoi fare tutto quello che vuoi! Tu non sei un cavallo! Tu sei un cittadino democratico, e io ti devo rispettare... Ma i botti terroristici, le intimidazioni, le bombe: che minchia c'entrano con la democrazia?! ~ il Dottore

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri, 1970.

4 years ago

12/07/21 13:54

Buon giorno appuntidicampo.

Parto subito con un paio di premesse. La prima è che adoro il tuo blog per svariate ragioni e credo che all'interno di questa piattaforma sia il mio preferito, me lo sono spulciato tutto e non ti nego che per capirli alcuni ho dovuto rileggerli più volte, la seconda è che io sono totalmente ignorante riguardo l'antropologia e prima di leggere il tuo blog non sapevo manco l'esistenza di questa strana parola, perciò i ragionamenti che ti sto per scrivere sono privi di fondamento scientifico e sono nati di spontanea volontà, aggiungo inoltre che non sono per nulla certo se gli argomenti che tratterò fanno parte del tuo campo di studi. Lo scopo per la quale ti scrivo è perché spero che tu mi possa essere di aiuto a dare un ordine ai miei pensieri, un nome, qualche riferimento e inoltre voglio sapere la tua preziosa opinione in merito, ti chiedo gentilmente di essere il più diretta possibile e di non farti alcun tipo di scrupoli a dirmi se i miei pensieri sono idioti o non hanno un filo logico. Detto ciò passiamo alla reale ragione per la quale ti ho scritto.

Insomma, questo pensiero mi è nato a seguito della vittoria degli Europei da parte dell'Italia. Il ragionamento che mi sono fatto è il seguente: l'entusiasmo e il buon umore generale per aver vinto l'Europeo, nonostante questa vittoria non influisca minimamente sulla nostra quotidianità, mi fa pensare che lo sport non è altro che un mezzo più civile rispetto a tanti altri, per dare sfogo alla nostra incessante, arrogante e umana voglia di prevalere sul prossimo, su un'altra "razza", il doversi sentire superiore al di sopra di ogni cosa. Sono arrivato a questa conclusione perché ho presupposto che esista questo bisogno umano di prevalere, altrimenti non mi spiegherei il perché nella storia ci siano state così tante guerre, del perché esista il razzismo e tante belle cose dalla quale l'umanità ne è afflitta. Penso che lo sport abbia un ruolo fondamentale per la nostra società e credo che sia un'ottima valvola di sfogo per questi istinti irrazionali e totalmente umani.

Spero di averti spiegato abbastanza chiaramente il mio punto di vista anche se devo ammettere che è la prima volta in assoluto che condivido con qualcuno questo tipo di pensieri. Vorrai perdonarmi se ti risulto banale e poco chiaro. In questo momento mi sento come nel tuo recente meme molto simpatico con il gattino truccato da pagliaccio.

In attesa di altri tuoi interessantissimi post!

Lettore anonimo SB.

P.S.= spesso metto like ai tuoi post, non considerare i like come un numero perché per quanto mi riguarda i ragionamenti che esponi sono molto più preziosi di un semplice numero

Buona sera Lettore anonimo SB,

Sei stato troppo gentile con le lodi, ma sono una disgraziata fra tanti. Mi farebbe piacere individuarti, per ringraziarti direttamente e non rivolgermi ad un generico anonimo. Non ti biasimo, infatti all'Universitá mi insegnano ad avere una certa attenzione verso i pensieri e le parole delle persone: la privacy è una questione delicata.

Volgendo l’attenzione alle questioni da te sollevate: credo che questa cosa del «prevalere sull’altro» sia da ricondurre alla tradizione storica, religiosa e culturale dell’Occidente. I rapporti si consumano assimetrica-mente: vincitore/perdente, vittima/carnefice, colonizzato/colonizzatore. È impensabile uscire da queste logiche duali, è troppo faticoso pensarla diversamente. Vorrei capire: tu come la pensi su questo punto? Avverti anche tu questo? Vedo che, nella nostra società, i rapporti umani vengono vissuti così.

Per ciò che riguarda, invece, lo «sport come mezzo civile per disciplinare gli impulsi»: non saprei risponderti. Si potrebbe consultare una letteratura di stampo psicologico ed etnografico, che indaghi il significato dello sport nei giocatori e tifosi... sai per avere una visione meno riduttiva o semplicistica.

Non so se quello che ti ho scritto ti aiuterà a “disciplinare” e a far chiarezza tra i tuoi pensieri... Magari si apriranno altri spunti di riflessione… fammi sapere, se ti va.

Ciao.

3 years ago
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

Piero: Buonasera.

Vittoria: Sera.

Piero: Cosa stavi scrivendo?

Vittoria: Traduco un po' di roba dallo spagnolo.

Piero: Ah! E come si dice in spagnolo che vorrei salire da te?

Vittoria: Si dice che non puoi. Brutta lingua lo spagnolo, eh.

Piero: Io non capisco perché dobbiamo perdere il tempo così.

Vittoria: Neanch'io.

Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

L'Eclisse, 1962, Michelangelo Antonioni


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